Okay News

Just news that will be okay!

CulturaLibri & Editoria

Piccole Vite Infelici: ciak si gira! Humour tagliente sul set

Piccole Vite InfeliciNOTA: Una premessa è dovuta: solitamente le recensioni, siano esse di un libro o di un altro supporto – mezzo audiovisivo, escono in concomitanza con l’uscita del prodotto. Spesso sono postume all’uscita. Noi di Okay News, grazie all’ardita penna di Alberto Baschiera, siamo riusciti nell’impresa: recensire un libro prima della sua uscita, in anteprima. Non aggiungo altro se non che il giovane autore del libro, suo primo romanzo, è attualmente in trattative con alcuni Editori.

Emanuela Manfredi.

Piccole Vite Infelici ovvero Ciak, si gira! Humour tagliente sul set!

Il primo romanzo di Stefano Labbia si lascia leggere con grande facilità, essendo la scrittura molto agile e godibile. Si vede chiaramente che l’autore, oltre a saper scrivere bene, prova grande piacere nel farlo, e in più conosce a fondo la realtà e i caratteri che vuole descrivere.

Non vorrei sbilanciarmi troppo, ma sono propenso a credere che l’opera abbia preso vita in pochissimi giorni, una settimana, dieci giorni al massimo, perché si percepisce chiaramente che si tratta di un instant book, un libro che sgorga improvviso e impetuoso, sulla scorta di sentimenti ancora caldi e virulenti.

Il titolo del libro (PICCOLE VITE INFELICI) dice molto, non lascia molto spazio agli equivoci. Ci troviamo qui a conoscere nel dettaglio le esistenze di giovani vite (alcune non più molto giovani per la verità…) le cui speranze paiono destinate ad abortire. Ci si potrebbe deprimere non poco nel leggere il tutto, tuttavia l’autore è molto bravo nel dosare il sense of humour (di colore nero…), per cui ci si scopre, con un po’ di vergogna, a ridere delle disavventure di questi giovani, degli absolute beginners che vanno allo sbaraglio, vittime della loro profonda ingenuità e di un contesto socio-affettivo disperante.

Trattasi peraltro di persone “studiate”, che però paiono proprio non cogliere la realtà dei fatti. Potremmo definirli dei “poveri illusi”, se non fosse che, appunto, hanno alle spalle degli studi e delle indubbie capacità, che danno loro il diritto, dopotutto, di sperare e di credere di potercela fare.

Ma perché allora non le loro vite non “riescono”? Difficile a dirsi… Certo trattasi di individui con una serie di difetti, persone dalle mille sfaccettature, “come tutti” verrebbe da dire. C’è un potenziale in loro, questo è indubbio: un potenziale per perdersi e uno per salvarsi. Ma le loro scelte, malauguratamente, sono sempre perdenti. Eppure, si cercano, si trovano, hanno la possibilità di mettere in comune le proprie ambizioni e di condividere gli sforzi per potenziare le possibilità di riuscita… Ma niente! Tutto va in malora. Solo uno sembra potersi salvare. E lo fa, inutile dirlo, andandosene dall’Italia… Londra, cari miei, offre una possibilità a tutti.

Per concludere, consiglio il libro a tutti coloro che abbiano delle velleità artistiche nel campo degli audiovisivi, in particolare: Lasciate ogni speranza voi ch’entrate! O meglio: rincoglionitevi ben bene e poi provate a sfondare su Youtube…

Alberto Baschiera.

Nota: Piccole Vite Infelici è apparso su “Il Fatto Quotidiano“.