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Cinema

Rifkin’s Festival – Recensione

Rifkin’s Festival. Ovvero la zampata del vecchio leone non potevamo aspettarci altro, del resto, da un genio del calibro di Allen. Risate, riflessioni su una vita intensa e confusionaria, asociale ma anche ossessivamente, maniacalmente alla ricerca dell’altrui approvazione. Il fantasma della solitudine aleggia sempre sulle nostre esistenze e condiziona in gran parte le nostre scelte sentimentali, lavorative e di qualsiasi altra natura: se si riflette bene, sforzandosi di guardarsi dentro in maniera sincera, ripercorrendo la nostra vita possiamo vedere tutto. La scelta fatta tra un luogo di lavoro senza sbocchi sentimentali e complicità ma che porta assicura soddisfazioni professionali ed un ambiente goliardico ma senza alcuna possibilità di crescita professionale. La scelta tra un amore sofferto ma pieno di significato e una tiepida compagnia a scaldarci i piedi in inverno. È facile giudicare, dice Allen. Ma è anche inutile: del resto come dice un grande della cultura “Don’t judge someone until you’ve walked a mile in their shoes.”. La trama: Mort Rifkin (Wallace Shawn) è un ex professore fanatico di cinema sposato con Sue (Gina Gershon), addetta stampa di cinematografica. Il loro viaggio al Festival di San Sebastian, in Spagna, è però turbato dal sospetto che il rapporto di Sue con un giovane regista suo cliente, Philippe (Louis Garrel), oltrepassi la sfera professionale. Questo permetterà a Mort di riflettere a fondo sulla sua vita e di superare il blocco che gli impedisce di scrivere il suo primo romanzo. Il film entusiasmante a tratti lento rispetto a quello a cui Allen ci ha abituato, ma non per questo meno valido e interessante. Anzi. Questo Rifkin’s Festival, girato interamente in Spagna, è un importante tassello nella filmografia del regista nato a Brooklyn che qui non solo dedica al mondo del cinema un omaggio innamorato ma dona riflessione su tematiche profonde che cambiano le nostre vite scelta dopo scelta, giorno dopo giorno. È facile scegliere in maniera errata o non scegliere ci dice il regista. Perché le due cose ahinoi si equivalgono. Prendere in mano la propria vita e farne un capolavoro spetta solo a noi. Un film da vedere e rivedere più volte, questo, perché, rispetto al resto della sua cinematografia, complesso, strutturato, “difficile”: Allen ci regala l’ennesima perla. Saremo noi in grado di coglierla e di “fare la scelta giusta”?

Stefano Labbia.

 

Scheda tecnica:

TITOLO ORIGINALE: Rifkin’s Festival

USCITA ITALIA: 6 maggio 2021

USCITA SPAGNA: 25 settembre 2020

SCENEGGIATURA: Woody Allen

GENERE: commedia, sentimentale

Regia: Woody Allen

Cast: Wallace Shawn, Gina Gershon, Louis Garrel, Elena Anaya, Sergi López e Christoph Waltz

Produzione: The Mediapro Studio, Gravier Productions e Wildside

 

Trailer:

Voto: 8