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Cinema

The elevator – Recensione

The Elevator , nasce da storia vera : affermano il regista e gli sceneggiatori durante la conferenza stampa tenutasi presso il cinema Caravaggio di Roma. Ciò che rende il tutto ancora più interessante e può essere notato sia da un occhio “critico”, che da un occhio “normale ” é il fatto che la location sia singolare. Il tutto é ambientato in ascensore. Il nostro regista afferma ironicamente di aver visto tutti i film in ascensore, prima di girare il suo , impegnandosi a non farlo statico ma di fare più movimenti possibili di macchina : ” ci siamo allargati più di quanto potevamo” , queste sono le sue parole spese a riguardo.
Il film é stato scritto dai due sceneggiatori: Mauro Graiani  & Riccardo Irrera. Massimo Coglitore afferma la necessità di girare il film a New York; in primis é la città più cinematografica del mondo , secondariamente perché in una città italiana non sarebbe mai successa una vicenda ” tale”.
Gli ascensori di alcune città italiane, si fermano a 5 piani, e quindi sarebbe stato impensabile un’ambientazione tale, considerando la grandezza di quelli di new York. Il fascino dei grattacieli, la grandezza , il clima: tutto porta e contribuisce all’atmosfera voluta dal regista. Massimo coglitore é un regista “a servizio ” della storia, così si definisce dal momento in cui conduce questa storia senza averla scritta in prima persona, ma ha trovato lo stimolo per potersi esprimere . Il dramma di una donna e il confronto con un uomo di potere . É proprio il duello tra i due all’interno di questo ascensore che vede il pubblico come una sorta di ” giuria popolare ” che sta lì ad assistere , chiedendosi ” é colpevole o innocente?” per tutta la durata del film. «La nostra attrice Caroline Goodall afferma di essere felice di aver lavorato con il cast , apprezzando la traduzione del copione dalla lingua Italiana a quella inglese.
L’utilizzo di pochi flashback é dovuto a voler puntare il gioco sui due attori , volendo uscire il meno possibile dall’ascensore che definisce “cella di metallo” ,quasi come un confessionale. Portare lo spettatore dentro, senza farlo uscire più.». La trama: The Elevator è ambientato nella città di New York, città dove vive e lavora Jack Tramell, 50 anni, single, famoso per il suo TV show, che fa impazzire gli americani. Il set principale è l’ascensore del palazzo dove vive Jack, luogo di espiazione delle colpe. Di quali colpe è accusato Jack? Lo scopriremo nella battaglia che dovrà affrontare con Katherine che chiede vendetta. Katherine, è affascinante, autoritaria, cinica, scientifica ma anche a volte spaesata. Katherine blocca Jack nell’ascensore la sera del labour day, lungo week end in cui la città si svuota, e lì inizierà un logorante gioco di tensione psicologica. I due sceneggiatori sin dal primo momento di scrittura, hanno provato ogni singolo movimento, cercando di rendere tutto meno monotono possibile. Essi in questa vicenda hanno messo due estremi di una catena a confronto: chi ha subito e chi ha giocato. Dunque carnefice e vittima . E il fatto di tenerli faccia a faccia , a pochi centimetri di distanza , é una costante per ricordare le responsabilità di ognuno e subirle. Il regista afferma di aver lasciato tali e quali i dialoghi , cambiandone soltanto alcune sfumature. Ciò é normale che avvenga, afferma il regista, perché un attore deve sentire quello che recita perché non si dovrebbe capire che questo recita. Massimo sta a servizio degli attori sul set , crede nelle buone inquadrature “, ma se l’attore non regge e non trasmette emozioni , tutto é inutile”, questo é il suo punto di vista. James Parks, racconta il regista assieme agli sceneggiatori, aveva una palla di 5 kg legata ad una catena , a cui è stato aggrappato per vari giorni, e ciò ha richiesto un particolare sforzo fisico. Il quinto giorno James , esausto dagli sforzi, esclama agli sceneggiatori ” next time a comedy”. Lo script é stato scritto da due uomini, ma hanno tirato fuori la vendetta , la sofferenza di ciò che ha una donna può provare in quel momento: ovvero pensare come un personaggio. Hanno provato pure a convertire la parti: quelle dell’uomo alla donna e viceversa. Si parla di un genitore a cui é stato strappato un figlio , quindi che sia madre o padre , il dolore é immediato. Dunque il pensiero della vendetta viene passo dopo passo e ti porta sempre a quello stesso punto. E questo pensiero é quello che ha facilitato gli sceneggiatori a immedesimarsi nei panni di una donna. Il film é stato girato precisamente in 4 settimane. I tempi sembrerebbero esaustivi , ma come affermano i componenti del cast , il tutto non é così semplice dal momento in cui gli attori hanno bisogno dello spazio, degli oggetti per poter donare al personaggio. Questo é stato un punto di vincolo, che é stato svincolato dalla bravura onesta degli attori. The Elevator é stato venduto in diversi territori: Corea , Russia, Venezuela e Portorico, quello che ha dato più soddisfazione é la Germania , essendo stato anche il titolo più venduto in blu ray. É un film che tiene lo spettatore incollato allo schermo , meglio dire prigioniero in questa scatola di ascensore, dove sprigiona una domanda : ” quale é la vera verità?”.

Giulia D’Aquino.

Scheda Tecnica:

THE ELEVATOR diretto da
Massimo Coglitore,scritto da
Mauro Graiani  & Riccardo Irrera con
James Parks, Caroline Goodall, Burt Young.
Prodotto da Lupin Film
Distribuito da Europictures

Trailer:

Voto: