Okay News

Just news that will be okay!

Cinema

In Guerra – recensione

In guerra

“In guerra. Colui o colei che inizialmente si imbatte nel titolo metaforico di questo lungometraggio potrebbe non ruscire ad immaginare la cruda realtà che sta per essere lui / lei mostrata. In questo capolavoro politico, frutto della sua nuova collaborazione con Vincent Lindon, Stéphane Brizéonora onora il modo tutto francese di fare cinema e finisce per mostrarci la vita così com’è – al momento, una continua lotta messa in atto da tutti i dipendenti / operai del mondo, intenti a preservare i diritti che perdono sempre di più.


Mettendo su schermo le discussioni sociopolitiche più attuali, il film è incentrato sulla minaccia di chiusura di una fabbrica francese del gruppo Perrin Industries e sul conseguente sforzo del sindacato, il cui leader è il duro e puro Laurent Amédéo (Vincent Lindon), al fine di prevenire tale chiusura,
chiusura che significherebbe mettere in strada un numero significativo di 1100 dipendenti. Tra incontri, scioperi e parole vuote degli uomini d’affari della Perrin Industries, emergono i veri “personaggi principali” del film: umiliazione, rabbia e frustrazione.


In guerra è legato infatti a doppio filo ai sentimenti così fastidiosi e sconfortanti di cui sopra: le scene esplorano le scuse ripetute come litanie, le urla, i fastidi, i combattimenti tra le parti avverse; lo spettatore è (dis)turbato e questa “esperienza sensoriale” viene messa sullo schermo con un realismo così crudo e duro da portarne il peso sulla propria anima sino ai titoli di coda ed oltre.


Questo estremo realismo si manifesta nella ricchezza dedicata ai dettagli delle scene, dai dialoghi estremamente realistici, dal modo in cui i personaggi in scena guardano le cose – tutto esattamente catturato dalla sagace 3 brillante machina da presa di Brizé. Le scene che mostrano le breaking news in TV contribuiscono a
questo effetto di “docufiction”; in alcuni momenti, si può sentire come se stesse guardando questa terribile “guerra” sul divano, telecomando in mano.


L’interpretazione degli attori scelti da Brizé merita un encomio speciale: grazie alla loro grande performance, sopra a tutti quella  del protagonista, i characters sono estremamente credibili e quello che emerge profondo nello spettatore è un sentimento di empatia, di identificazione con loro – potrebbero benissimo essere persone che conosciamo! Non c’è cliché, né nelle figure de dipendenti né in quelle degli uomini d’affari, che tra l’altro fingono di essere vittima della situazione nonostante abbiano incassato un enorme profitto nell’anno in corso.

 

Brizé, quindi, si mantiene fedele alla sua missione, all’essenza delle persone che vuole rivelare; legittima il loro dolore. Sebbene non ci sia traccia di melodramma, il film è in grado di toccare gli spettatori nel profondo della loro anima; veniamo letteralmente travolti dall’idea di ogni bambino menzionato il cui genitore non sarà in grado di provvedere a lui; da ogni tipo di umiliazione e vessazione che i dipendenti sono costretti a subire: la loro disperazione è rabbiosa – una sensazione, questa, che vive in un continuo crescendo scena dopo scena sino al climax. Dalla colonna sonora ai movimenti della telecamera, tutto sembra essere studiato ad hoc, senza danneggiare il realismo agognato dal regista.


Anche essendo un’esperienza così intensa, a volte sgradevole, la brutalità del film non è stata in grado di stare zitto clamore e applausi del pubblico, sia nel suo passaggio a Cannes come anche nella breve passaggio alla Festa del cinema di Roma.


Brizé ha detto che “fare cinema è il suo modo di fare politica” – davvero un modo ammirevole il suo.


Anche la scena finale, che alcuni potrebbero indicare esagerata, non plausibile o addirittura incompatibile con la tenacia del protagonista – ripresa live da uno schermo di smartphone, proprio come ogni evento potrebbe venir a noi divulgato -, funziona bene come impatto visivo: è uno shock della realtà, come per avvisarci che la violenza, psicologica o fisica, genera solo più violenza e, a un certo punto, deve esplodere; a volte, assieme a noi.

Luisa Modesto.

 

Scheda tecnica:

  • DATA USCITA:
  • GENERE: Drammatico
  • ANNO: 2018
  • REGIA: Stéphane Brizé
  • ATTORI: Vincent Lindon
  • PAESE: Francia
  • DURATA: 113 Min
  • DISTRIBUZIONE: Academy Two
  • REGIA: Stéphane Brizé
  • SCENEGGIATURA: Olivier Gorce, Stéphane Brizé
  • FOTOGRAFIA: Eric Dumont
  • MONTAGGIO: Anne Klotz
  • MUSICHE: Bertrand Blessing
  • PRODUZIONE: Nord-Ouest Productions

Trailer:

Voto: 9,5