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Cinema

After – recensione

After è un’epopea teen senza trama che narra vicende adulte in corpi acerbi, capaci di suscitare imbarazzo in uno spettatore sopra i 20 anni che non abbia parafilie.

After parte culturalmente male: ingenera un pregiudizio negativo nella sua stessa genesi, trattandosi di un film partorito da uno scritto di successo della popolare app “Wattpad”. Luogo in cui germinano insignificatezze letterarie, opere di dodicenni, strafalcioni, sgrammaticatezze e storture varie che con la letteratura d’autore non hanno proprio nulla a che fare. Ma tant’è: piuttosto che portare in sala la trasposizione di un qualche nuovo classico – che ne so, un divertente Alan Bennet, uno degli ultimi della Allende – si è pensato bene di dare una bella rimescolata a quella robaccia che piace agli adolescenti di tutto il mondo e di cui si nutrono su quella piattaforma. Ecco quindi che nasce After, capolavoro dell’inconsistenza, diseducativo prodotto che insegna ai liceali una vita che a loro non appartiene, fatta di una sessualità già molto matura e consapevole, di bullismo all’ordine del giorno, di nascondimenti ai genitori, di una serietà che forse non dovrebbero avere. Questo perchè la matrice, l’Opera da cui è tratto, è stata scritta da una allora venticinquenne, Anna Todd.

La serie After che nel 2014 suscita l’attenzione della stampa, dal New York Times al Washington Post sino a Cosmopolitan e si impone come fenomeno mondiale, totalizzando 5 milioni di commenti, 11 milioni di “Mi piace” e oltre un miliardo di lettori online.
(Wikipedia)

Anna Todd, per la precisione, a venticinque anni ha scritto una fan fiction che ruota attorno al cantante degli One Direction, Harry Styles.

Ma perchè?

Perchè una donna fatta e finita sente il bisogno di erotizzare un cantante imberbe, post-bambino e conclamato feticcio di molte quindicenni? Ecco che torna il tema delle parafilie. A meno che dietro non vi sia una strategia di marketing davvero importante, che ignoriamo.

Quanto detto monta sul pressbook che ci viene donato un pregiudizio complesso da abbattere e i cui contenuti non sono che confermati dalla visione.

Un film che evidentemente soddisfa il palato delle giovanissime, con un target di femmine 12 – 16 enni a cui viene proposto un soft-porn movie adatto ai minori ma decisamente disturbante per l’adulto, che vi riconosce aspetti non perfettamente coerenti con le età rappresentate.

La vicenda non c’è. Il film passa come un drone sull’innamoramento di due ragazzi a scuola, che poi faranno l’amore, che poi litigheranno per due minuti nel film, che alla fine faranno pace.

La sceneggiatura è stancante e noiosa, le frasi ridondanti e per la maggior parte inutili (facciamo vedere i loro corpi che si strusciano e zittiamoli, per favore) e gli adulti del film, dai genitori agli insegnanti, sono disadattati e incapaci di comprendere il linguaggio dei ragazzi, con un punto di vista che potrebbe avere solo un sedicenne che si sente incompreso e si chiude in cameretta.

Sconsigliatissimo sotto ogni aspetto.

TRAILER

SCHEDA TECNICA

Paese di produzione Stati Uniti d’America
Anno 2019
Durata 91 minuti
Rapporto 2,40:1
Genere sentimentale, drammatico
Regia Jenny Gage
Soggetto Anna Todd (romanzo)
Sceneggiatura Jenny Gage
Produttore Mark Canton
Produttore esecutivo Jonathan Deckter
Casa di produzione Panavision
Distribuzione in italiano Rai Cinema, 01 Distribution
Fotografia Adam Silver
Montaggio Michelle Harrison
Effetti speciali Garrett V. Martin
Musiche Mike Sowa
Scenografia Tom Betterton
Costumi Alana Morshead
Trucco Lindsay McAllister
Interpreti e personaggi
Josephine Langford: Tessa Young
Hero Fiennes-Tiffin: Hardin Scott
Khadijha Red Thunder: Steph Jones
Selma Blair: Carol Young
Dylan Arnold: Noah Porter
Shane Paul McGhie: Landon Gibson
Samuel Larsen: Zed Evans
Inanna Sarkis: Molly Samuels
Swen Temmel: Jace
Pia Mia: Tristan
Meadow Williams: professor Soto
Peter Gallagher: Ken Scott
Jennifer Beals: Karen Gibson

VOTO: 3