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Il mastino dei Baskerville – Recensione

Il fascino del mistero oltre la nebbia diradata.

Il libro

Il mastino dei Baskerville è il terzo romanzo di Sherlock Holmes, probabilmente il più conosciuto di quelli firmati da Sir Arthur Conan Doyle.

Il libro si apre con Holmes e Watson che esaminano il bastone di un cliente, il sig. Mortimer, un dottore di campagna arrivato a Baker Street da Dartmoor. All’investigatore, il medico racconta l’inquietante storia della morte di Sir Charles Baskerville, morto pochi mesi prima, vittima di un mastino infernale che secondo la leggenda perseguiterebbe la famiglia da generazioni. L’ultimo erede rimasto è Henry Baskerville, che vive, terrorizzato dai fantasmi della sua casata, nella nebbia della brughiera. Holmes manda Watson al maniero dei Baskerville per iniziare le indagini, ma come il conte Dracula, Holmes è sempre presente, anche quando non è in scena. In sua assenza, è Watson ad accompagnare il lettore tra congetture e atmosfere inquietanti, lasciandogli lo spazio per provare a rispondere agli enigmi che si accumulano tra le pagine.

Perché Barrymore, il maggiordomo, si aggira furtivamente di notte nelle sale del maniero? Cosa ha in serbo il destino per l’evaso che si nasconde nella nebbia? Ma il mistero più grande rimane il mastino demoniaco e i suoi terribili ululati, che infestano la brughiera come la nebbia, congelando il sangue nelle vene dei malcapitati che li incontrano.

Recensione

Nel raccontare questo caso, Watson specifica in continuazione, si tratta del più interessante e complicato che i due abbiano mai affrontato: avvincente, dettagliato e costruito ad arte, il mastino dei Baskerville è una lettura piacevole e leggera, che ricorda con facilità perché Sherlock Holmes e le sue avventure siano tanto amate.

La decisione di delegare le indagini a Watson permette di sviluppare la trama e le indagini più a fondo, convocando solo in un secondo momento l’intervento di Holmes. Quando Sherlock ritorna sulla scena, Doyle restituisce al genio della deduzione il primato delle indagini. I percorsi delle sue osservazioni logiche e le deduzioni impeccabili sono sempre affascinanti, e sembrano veri trucchi di magia. La loro forza si riconosce nell’illusione del lettore, convinto, entro la fine della storia, che con un po’ di esercizio, anche lui sarebbe in grado di ottenere gli stessi risultati.

Il ritmo narrativo è incalzante. Capitolo dopo capitolo, l’autore costruisce un mistero dopo l’altro accavallandoli in un intrigato labirinto di indizi e parole. Doyle è tra quelli scrittori in grado di disseminare tracce utili senza palesarle con troppa evidenza, e lascia che il lettore ricostruisca alcuni frammenti del puzzle, comunque ammantando di criptica incomprensibilità il segreto al centro della sua narrazione, la verità sulla bestia. Allo stesso tempo, la razionalità delle storie di Holmes si scontra con l’apparente natura mistica e soprannaturale delle situazioni. In ogni capitolo si alternano dettagli minuziosi e immagini suggestive, sequenze analitiche ben bilanciate scene finali di climatica tensione.

La suspense è costruita con un’abile sequenza di strategie, personaggi e situazioni costruiti per confondersi nell’ombra, ma la tensione palpitante del racconto prende vita grazie alle sue descrizioni in cui è facile perdersi. Il paesaggio è talmente nitido da lambire il lettore. Così, arrivati a pagina 92 si rabbrividisce per l’aria della brughiera, mentre ci si lascia accarezzare il collo dalla nebbia fredda che sa di arbusti, e sembra quasi di sentire un ululato chiamare da lontano.

– Voto: 9

Da leggere perchè:

  1. Chi ama Sherlock Holmes, può confrontarsi direttamente con lui, perima che la soluzione venga svelata.
  2. Non si può resistere al fascino sinistro di mostri infernali, leggende e maledizioni.
  3. Giocare a fare il detective, tra le colline di Dartmoor, è quasi più divertente che farlo a Baker Stree

Da non leggere perchè:

  1. Si può guardare. Anche se il libro è sempre meglio, potete scegliere tra una vastisstima rosa di adattamenti cinematografici.
  2. Forse, almeno per un paio di settimane, sobblazerete un po’ sentendo un cane abbaiare.
  3. Una volta iniziato, lo vorrete finire, ma una volta finito, lo vorrete riaprire.

Consigliato a chi, con una tazza di te in mano, guarda fuori dalla finestra e vede nella nebbia ombre che forse non ci sono, ma forse invece sono lì. E non saperlo, un po’ lo intriga.

Paola Capitanio

Scheda tecnica:

– Autore: Arthur Conan Doyle

– 1ª ed.: 1902

– Ed. recensita: Mondadori, 2006

– Traduttore: Oreste Del Buono

– Genere: Giallo, Noir

– Lingua originale: Inglese

– Preceduto da Le memorie di Sherlock Holmes; Seguito da Il ritorno di Sherlock Holmes