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Cinema

La paranza dei bambini – recensione

Unica pellicola italiana in concorso alla 69esima edizione del Festival di Berlino, “La paranza dei bambini”, tratta dall’omonimo libro di Roberto Saviano, supera le aspettative del pubblico già abituato alle tinte e ai ritmi di “Gomorra” costringendolo a scontrarsi con un fenomeno ancor più difficile da digerire, quello dell’adolescenza all’interno del Sistema. Il titolo del film è allusivo: se in gergo camorristico paranza è il gruppo armato, nella pesca indica  i pesci non ancora adulti che, attirati dalla luce delle lampare, si staccano dal fondo e vengono facilmente imprigionati nelle reti. Assomigliano a questi pesci guizzanti di vita i giovanissimi protagonisti di “La paranza dei bambini”: sfacciati ed impulsivi, Nicola, Biscottino, Lollipop, Tyson, O’ Russ e Briatò vivono all’ombra dei boss dei rioni, vogliono fare soldi, tanti soldi, e non hanno paura di rischiare e giocarsi tutto. La realtà raccontata nei telegiornali irrompe prepotente sin dall’ avvio del film, quando un gruppo di giovani del rione Sanità fa incursione nella Galleria Umberto I per appropriarsi dell’albero di Natale, tradizione che si ripete tristemente ogni anno. Sopraggiunge poi un’altra banda di ragazzini di provenienza Quartieri Spagnoli, che rivendica il diritto al furto. Si profila così l’accesa rivalità tra le bande del Sistema, che intrappola sia piccoli che grandi nella rete ingannevolmente lucente.

Per avere vestiti firmati e i tavoli più costosi nei locali, i quindicenni sfrecciano nei vicoli stretti della Napoli più verace imbracciando mitragliette viste solo in pixel, pronti ad impadronirsi del quartiere. Giovannesi tratteggia con straordinaria sensibilità, senza concedersi a spettacolarizzazioni della violenza fini a se stesse, lo squilibrio quasi schizofrenico tra innocenza e strafottente senso di onnipotenza, età anagrafica ed età mentale che finisce per schiacciare l’esistenza di quei quindicenni dai soprannomi innocui. Riesce nell’impresa di non replicare l’immaginario gomorresco, scrutando nell’anima dei paranzini e cogliendo le sfumature di impeto, frustrazione, angoscia ed impotenza da cui sono assaliti. Lo sguardo del regista si posa con estrema empatia – e mai complicità – sulle prime entusiastiche pulsioni d’amore e sui sentimenti autentici di amore fraterno, spazzati via dalla trappola mortale di una guerra senza vincitori che non si può mettere in pausa e non elargisce vite illimitate. “La paranza dei bambini” non sconfina dunque in mera denuncia o analisi sociologica, ma si rende manifesto di una crisi d’identità diffusa aggravata dall’assenza di prospettive solide, che porta alla celebrazione di una vita al limite che si consuma in un soffio di vento, in cui i genitori perdono autorevolezza, diventando pallide comparse da proteggere o da denigrare.

Scheda tecnica:

Genere: Drama

Cast: Francesco Di Napoli, Ar Tem, Alfredo Turitto, Ciro Pellecchia, Ciro Vecchione, Mattia Piano Del Balzo, Viviana Aprea, Pasquale Marotta, Carmine Pizzo, Luca Nacarlo e con la partecipazione straordinaria di Renato Carpentieri

Regia: Claudio Giovannesi

Produzione: Vision Distribution e Palomar

Trailer:

Voto: 9