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Cinema

L’arma dell’inganno – recensione

L’arma dell’inganno poster

L’arma dell’inganno, in lingua originale “Operation Mincemeat”, mette in scena un capitolo della storia dell’umanità controverso e doloroso. Lo fa chiedendoci, durante tutto l’arco del lungometraggio: può il passato in qualche modo condizionare il futuro?

La risposta, sostenuta a gran voce da alcuni studiosi, è che la storia dell’uomo altro non è che un cerchio infinito, un loop di follia e spregiudicatezza, di eventi che portano con sé giochi di potere, malizia, sabotaggi, invidie e… amore.

Fasi positive e momenti negativi di uomini e donne di potere che condizionano l’intera umanità susseguendosi ciclicamente, con il ritmo di una grottesca tragedia in atti.

L’arma dell’inganno ci catapulta proprio in uno di questi momenti storici che costituiscono una svolta, un climax potente e feroce che ha segnato il destino di innumerevoli persone cambiando per sempre il corso della storia.

La trama: il film narra gli eventi legati all’omonimo piano condotto nella primavera del 1943 durante la Seconda guerra mondiale dai servizi anglo-americani con lo scopo di depistare l’esercito nazista. Gli Alleati sono pronti a sbarcare in Europa, precisamente in Sicilia, per combattere l’armata tedesca, ma si trovano di fronte un arduo compito: proteggere le loro forze dal fuoco nazista ed evitare così quello che sarebbe un massacro certo. Per scongiurare la disfatta, due ufficiali dell’Intelligence alleata, Ewen Montagu (Colin Firth) e Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen), escogitano una strategia, mettendo in circolazione false informazioni sullo sbarco delle truppe. Questa strategia della disinformazione ruota intorno a uno degli agenti segreti meno sospettabile tra tutti, perché già morto. Ma questo inganno si rivelerà un reale vantaggio per gli Alleati?

L’essenza, lo spirito del film non è quello di insegnare ma bensì di ricordare quello che è realmente accaduto, coinvolgendo lo spettatore in un intricato piano che seppur a tratti grottesco, ci rivela un’immensa fragilità e un violento dolore.

Si evidenzia nuovamente, come se ce ne fosse bisogno, l’importanza della memoria, di ricordare ieri per vivere un oggi ed un domani migliore. Entrambi lontani dagli errori di valutazione e scevri da ogni fallimento già vissuto. Utopia? Qualcuno di certo lo sosterrà a voce spiegata. Ma sono film come L’arma dell’inganno che donano speranza e ricordo.

Interpretazione del Premio Oscar Colin Firth (Bridget Jones saga, Il discordo del Re, A single man, La ragazza con l’orecchino di perla, ) magistrale. Sceneggiatura solida firmata da Michelle Ashford (Masters of sex, Cat person, ATF, New York News). Buona prova della regia affidata a John Madden (Ritorno al marigold hotel, Miss Sloane, Marigold Hotel, Killshot, Il debito). Regia che riesce ad unire due generi, il war movie e la spy story, senza gravi pecche.

Un film questo che fa riflettere e chiama a rapporto la nostra coscienza e il nostro cuore. Imperdibile.

Stefano Labbia.

Voto: 7

Trailer:

Scheda tecnica:

Data di uscita: 12 maggio 2022

Genere: Drammatico, Guerra

Anno: 2022

Regia: John Madden

Attori: Colin Firth, Kelly Macdonald, Matthew Macfadyen, Johnny Flynn, Paul Ritter, Tom Wilkinson, Hattie Morahan, Penelope Wilton, Mark Gatiss, Simon Russell Beale, Jason Isaacs, Lorne MacFadyen, Alex Jennings, Rufus Wright

Paese: USA

Durata: 128 min

Distribuzione: Warner Bros. Italia

Sceneggiatura: Michelle Ashford

Fotografia: Sebastian Blenkov

Montaggio: Victoria Boydell

Musiche: Thomas Newman

Produzione: See-Saw Films, Cohen Media Group