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Cinema

Morrison – recensione

Morrison. Ovvero come parlare di tutto (amore, amicizia, frustrazione, adolescenza problematica) in maniera caotica e riuscendo ad annoiare per oltre 90 minuti lo spettatore. Senza dire niente. Lungometraggio liberamente tratto dal romanzo del cantattore / produttore / regista / polistrumentista / scrittore Zampaglione – che ricordiamo tra le altre cose come produttore dell’ultimo celebre disco di Richard Benson… – dal titolo “Dove tutto è a metà”, scritto insieme a Giacomo Gensini e pubblicato da Mondadori. In un’Italia per nulla meritocratica è inutile chiedersi perché. Quello che ci si chiede, invece, è come tutto questo sia possibile. La risposta a questa lenta agonia messa in scena a cui si viene sottoposti è proprio nel titolo del romanzo che l’ha ispirato: “Dove tutto è a metà”.

In un mondo costellato di figure senza capo né coda – a metà dunque – il non essere o l’essere a metà conta più dell’essere. Il cinema esattamente come certa politica non può che essere uno specchio di questa cultura del niente che rende i giovani figli di stereotipi vuoti dal “mestiere facile” come veline, calciatori, pseudo musicisti senza talento e che usano ogni mezzo per far parlare di sé al di fuori della musica, influencer de noantri e fake guru dell’economia (a 17 anni).

Giovani pieni di talento e di passione che purtroppo vengono traviati da falsi miti e false speranze diffuse dai media tutti: diventare ricco in dieci semplici passi. Ad ogni costo. con ogni mezzo, lecito o meno lecito che sia. Ecco dunque che tra un pianto finto, un senso di vuoto, una confusione sentimentale, un doppio gioco perché “fa figo”, non si riesce a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa essere e cosa non essere perduti in quella selva oscura che tutti noi abbiam contribuito a creare. Così facendo si vive dunque a metà, imitando questo o quello solo perché “tutti fanno così”. E questa follia collettiva ci porta ad essere parte di una massa informe senza opinione, senza coscienza propria ma con un unico collettivo giudizio. Chi non lo fa, chi si dimostra intelligente parlando con cognizione di causa, viene tacciato come “pecora nera” e isolato dal gruppo. Si vive per hashtag, per tendenze, per moda. Per “sentito dire”.

Che cosa ci lascia la visione di un film del genere, al pari del più becero “Albakiara”, entrato nella scult parade made in Italy? Una domanda a cui non sono riuscito a trovare risposta.

La trama: Lodo ha vent’anni e vive le difficoltà della sua età, tra un difficile rapporto con il padre e il tentativo di conquistare Giulia, la sua coinquilina di cui è follemente innamorato. Si esibisce con i MOB, una band indie, in un leggendario locale romano: il Morrison. Un giorno, casualmente, la strada di Lodo incrocia quella di Libero Ferri, ex rockstar dalla carriera in stallo, che cerca di ritrovare il successo ma finisce per chiudersi sempre di più in se stesso, trascurando la bella moglie Luna e vivendo isolato nella sua lussuosa villa piena di ricordi. Tra sogni, fallimenti, amicizia, amori tormentati e curiosi personaggi, il loro incontro diventerà uno stimolo reciproco ad andare avanti, ma a tratti anche un difficile confronto tra generazioni e modi di essere molto diversi.

Zampaglione ci riprova dopo il mezzo successo di “Nero familiare” (due candidature ai nastri d’argento, mancate), “Shadow” e “Tulpa” ma non vince e non convince. L’amaro in bocca per un’occasione mancata genera la domanda delle domande: fra cinque anni chi ricorderà questo film?

Stefano Labbia.

 

Scheda tecnica:

Anno 2021

Genere: Drammatico,

Produzione: Italia

Regia: Federico Zampaglione

Attori: Lorenzo Zurzolo, Giovanni Calcagno, Carlotta Antonelli, Giglia Marra, Riccardo De Filippis Adamo Dionisi, Daniele Rienzo, Gabriele Sorrentino.

Uscita: giovedì 20 maggio 2021

Produzione: Pegasus, QMI e Vision Distribution

Distribuzione: Vision Distribution

Trailer ufficiale:

Voto: 4