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Cinema

Mortal Engines (Macchine Mortali) – recensione

Se le prime serie tv degli anni ’50 e ’60 possono essere definite sostanzialmente “episodiche”, con trame diverse per ogni episodio, mentre dagli anni ’80 in poi abbiamo assistito a soluzioni miste tra espediente isolato e continuità narrativa “orizzontale”, oggi viviamo una completa maturazione dello standard, con intrecci narrativi che durano per più puntate e che nulla hanno da invidiare a quello dei lungometraggi, anzi, il minutaggio monstre permette proprio di indagare in profondità qualsivoglia aspetto dell’opera.

Questa premessa ci tornerà utile nel prosieguo di recensione di Mortal Engines-Macchine Mortali, debutto al formato lungo di Christian Rivers, assistito da sua maestà Peter Jackson – in realtà la collaborazione tra i due è di lungo corso, dai tempi di Splatters-Gli schizzacervelli fino ad arrivare a Il Signore degli Anelli. Ebbene, se c’è un uomo che continua a piegare il formato-film ad esigenze creative (e va da sé pure di incasso), quello è proprio Peter Jackson, ma questa volta, seppure la sua influenza si faccia sentire molto, il risultato è una sola pellicola, che parrebbe a tutt’oggi essere autoconclusiva (attenzione però, il romanzo omonimo di Philip Reeve del 2001, da cui è tratto, è una quadrilogia quindi nulla è certo).

Il mondo messo in scena nel film è il piatto forte: il pianeta terra, oramai distrutto, è attraversato da enormi città meccanizzate che si spostano su ruota o svolazzano su mongolfiere giganti (Il castello errante di Howl è più che una citazione), in cerca di agglomerati più piccoli da depredare. Il tutto è reso visivamente in modo così credibile e dettagliato da catturare l’attenzione sin dai primi minuti di scena; altresì i numerosi personaggi, motivati ciascuno da storie verosimili quanto tormentate, svolgono un ruolo di primissimo piano nell’alternare momenti giocosi/favolistici a scene drammatiche/d’azione.
La durata complessiva, dicevamo, perché mentre tutto ci è sembrato così perfetto fino a metà visione – con strizzatine d’occhio perlomeno a Steven Spielberg (che crediamo sia l’autentico feticcio di Peter Jackson), Hayao Miyazaki, e James Cameron, al giro di boa alcune promesse vengono disattese, con storie secondarie che si chiudono un po’ troppo rapidamente o con l’impiego di alcuni barbosi cliché tipici dei film d’azione.

E’ un peccato, perché il tutto poteva essere memorabile, invece rimane semplicemente ben fatto, finanche affascinante, se solo il duo Christian Rivers-Peter Jackson avesse proposto alla casa di produzione di concepire una moderna serie tv…

Maurizio Narciso

 

Scheda Tecnica

Paese: USA, Nuova Zelanda
Anno: 2018
Durata: 128 min.
Genere: fantascienza, azione
Regia: Christian Rivers
Scrittura: Albert Hughes
Sceneggiatura: Peter Jackson, Fran Walsh, Philippa Boyens
Produttori: Peter Jackson, Fran Walsh, Zane Weiner, Deborah Forte, Amanda Walker
Attori: Hugo Weaving, Hera Hilmar, Robert Sheehan, Jihae, Ronan Raftery, Leila George, Patrick Malahide, Stephen Lang
Distribuzione: Universal Studios, Media Rights Capital, Wingnut Films

Trailer:

Voto: 7,5