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Cinema

Parlami di te – recensione

In “Parlami di te” uno straordinario Fabrice Luchini, colonna del cinema d’oltralpe, interpreta Alain Wapler, l’altero amministratore delegato di una grande azienda automobilistica. Algido nel mondo professionale e in quello familiare, Alain è un carismatico oratore ed una vera e propria macchina da guerra, disposto a sacrificare persino le poche cose a cui tiene la giovane figlia Julia per perseguire i propri interessi. La filosofia di vita del rispettato uomo d’affari si fonda interamente sulla brutale distinzione tra “leaders” e “losers”: naturalmente, a questi ultimi non bisogna dedicare nemmeno un briciolo di tempo.

Alla vigilia della presentazione di una nuova vettura ibrida al salone dell’automobile di Ginevra, il protagonista inizia ad avvertire numerosi segnali di allerta del suo corpo, che tenta invano di minimizzare per tornare a fare business. Tuttavia, non può ignorare l’ictus che lo colpisce mentre si reca all’ennesimo appuntamento di lavoro. Infatti, l’attacco cerebrale gli provoca un deficit cognitivo per cui Alain perde l’eccezionale ars oratoria, confondendo parole e sillabe in maniera divertente e spesso inopportuna. Alla difficoltà nell’espressione verbale si accompagna una perdita della memoria: la vita regala dunque al duro CEO l’occasione di ricostruire se stesso, ristabilendo le proprie priorità. Nel percorso di recupero delle proprie capacità e della propria esistenza, Alain è assistito da Jeanne, una tenace logopedista alla ricerca della madre biologica. Con grande impegno e pazienza, i due impareranno a conoscersi e alla fine ciascuno, grazie all’altro, riuscirà a reinventarsi e concedersi il tempo di vivere, arricchiti dell’amore di una famiglia finalmente riconquistata.

Ispirato alla storia vera di Christian Straiff, ex amministratore delegato di Peugeot Citroën, “Parlami di te” è una commedia dolceamara che racconta la storia di una caduta e di un’incredibile rinascita anche attraverso l’uso sapiente delle immagini. Il cammino di Santiago che il protagonista intraprende insieme al cane nel tentativo di riallacciare un rapporto perso anni prima con la figlia è la metafora del tormentato percorso in salita a cui è impossibile sottrarsi per risorgere. All’apprezzabile componente sensibile si aggiunge poi quella esilarante delle innumerevoli battute sollevate dai giochi di parole del protagonista. Per quanto il film si presti ad un certo grado di introspezione, si ha la consapevolezza che ci sia una serena fiducia nel futuro.

Luchini brilla per espressività, ma può decisamente vantare un cast alla sua altezza: Mimran è riuscito a dare spessore ad ogni attore secondario.

Alla fine della pellicola sarete soddisfatti, con un giusto equilibrio lacrime di commozione e risate.

 

Scheda tecnica:

DATA USCITA: 21 febbraio 2019

GENERE: Commedia

ANNO: 2018

REGIA: Hervé Mimran

ATTORI: Leïla Bekhti, Fabrice Luchini, Rebecca Marder, Igor Gotesman, Yves Jacques, Clémence Massart, Micha Lescot, Frederique Tirmont, Evelyne Didi, Eric Wapler

SCENEGGIATURA: Hervé Mimran

FOTOGRAFIA: Jérôme Alméras

MONTAGGIO: Célia Lafitedupont

PRODUZIONE: Albertine Productions

PAESE: Francia

DURATA: 100 Min

DISTRIBUZIONE: Bim Distribuzione.

 

Trailer:

Voto: 8.5