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Teatro

L’addio del Teatro Eliseo e la parabola discendente della cultura italiana

Il Teatro Eliseo rischia di chiudere i battenti. La cultura italiana è a lutto o dovrebbe esserlo: l’Eliseo ha costruito un piccolo, grande, pezzo di storia artistica – socio culturale del nostro paese. La conferenza stampa che si è tenuta oggi, 15 Marzo, ha preso tutti in contropiede. Chiude dunque il teatro che negli anni ’30 ha ospitato, tra gli altri, personaggi del calibro di Totò e Anna Magnani, in una Roma che in tempi odierni vacilla sotto le ingiustizie, oramai all’ordine del giorno. Luca Barbareschi, direttore del Teatro Eliseo di Roma intervenendo ai microfoni di Radio Roma Capitale, nel corso della trasmissione di Francesco Vergovich “Roma ogni giorno”, ha dichiarato che – testuali parole – «A causa dell’inerzia delle istituzioni e delle promesse eluse, il direttore artistico convoca urgentemente una conferenza stampa per annunciare la chiusura del Teatro Eliseo». Aggiunge poi, non senza una punta di sarcasmo: «Evidentemente per il Comune di Roma il Teatro non è strategico, d’altronde loro sono un parto di un comico, che ruba anche le idee agli altri, come ad esempio nel caso ‘Piantando chiodi nel pavimento con la fronte’ di Bogosian.». La chiusura sembra essere definitiva e improrogabile. Oltre cent’anni di piéce, spettacoli, musical e opere che hanno consumato, vissuto, respirato quell’aria, quel palcoscenico. E che hanno coinvolto, deluso, amareggiato, fatto innamorare, insegnato a milioni di spettatori italiani e stranieri, la vita. Barbareschi poi si lascia andare e non risparmia nessuno, polemizzando con il ministro Dario Franceschini «che avrebbe gli strumenti per salvare questo luogo di spettacolo e cultura, e invece preferisce temporeggiare. Io non ci sto più».

Teatro Eliseo

Il principale nodo nei rapporti tra i due sarebbero i quattro milioni di euro che lo Stato avrebbe dovuto versare nelle casse dell’Eliseo. Soldi che, stando alle affermazioni di Barbareschi, erano stati promessi dal governo, e che sarebbero stati sbloccati da un emendamento nel decreto Milleproroghe. La motivazione? I festeggiamenti per il centenario della struttura, che sarebbe stato celebrato l’anno venturo. L’emendamento, che era stato approvato alla Camera, è stato stralciato dal Senato. Per andare avanti, il teatro, riconosciuto dal Mibact come struttura di riconosciuto interesse culturale, avrebbe bisogno di quattro milioni di euro ogni anno: «E oggi ce ne arrivano soltanto 480mila dal Fondo unico per lo spettacolo. Dai biglietti riusciamo a incassare poco più di mezzo milione, e se il teatro fosse sempre pieno potremmo a malapena raddoppiarli.». La cultura insomma, sembrerebbe dover subire un altro inglorioso attacco, segno che il tanto deriso “decadimento culturale” esiste eccome. Il Teatro Eliseo è sempre più a rischio chiusura. Una notizia, questa, che lascia tutti sorpresi, ma che forse, del tutto inaspettata poi non giunge.

Stefano Labbia.