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Cinema

Don’t worry – recensione

Sono in ritardo. Il film è già iniziato da 10 minuti. Entro velocemente in sala credendo di vedere un film, come mi era stato detto all’ultimo, e dopo poco mi sorge un sospetto che si concretizza una mezz’oretta dopo. Il film non è quello previsto! E, inoltre, sembra il classico soggetto che vuole “giocare facile” per far colpo sul pubblico: il protagonista, John, è un quadriplegico e non se la passa troppo bene. Non è uno di quei film ottimistici, dove anche di fronte alla morte si sfodera un sorriso a 36 denti e si sfodera una filosofia Zen da guida spirituale… John è incazzato, deluso, frustrato… di fronte a un’esistenza verso cui sente di avere poco controllo. Come io, adesso, che per qualche strano scherzo del destino mi trovo a vedere questo film al posto di un altro. O almeno credo: una svista di un attimo, la fretta, l’imprecisione di un istante e ti ritrovi dove non dovresti essere o, meglio, dove non “vorresti” essere. Come John: costretto per l’intera esistenza sulla sedia a rotelle, incapace di vivere una vita “normale” perché una sera a 21 anni si ubriaca con un amico, l’auto si schianta e lui ne esce quasi completamente paralizzato. E si trova solo, totalmente dipendente dagli altri. E poi mesi e mesi di terapia, tanti mesi, assistenti che si alternano, lievi miglioramenti, lievi, con qualche piacere ogni tanto. E una gran voglia di tornare a bere per dimenticare, il passato… tutto il passato. Ma proprio l’alcool lo conduce agli Alcolisti Anonimi, dove entra a far parte di un gruppo di persone in cui si sente accolto e compreso, non più solo, e, soprattutto, dove viene stimolato a non lamentarsi e a darsi da fare per vivere al meglio possibile e sfruttare quanto gli è accaduto per scavare dentro di sé, in profondità, ed evolversi spiritualmente nella ricerca di se stesso e della felicità. E John ritorna gradualmente a vivere: cade più volte, e ricade, ma si rialza e si rialza ancora, al punto da smettere di bere e scoprire la passione per il disegno di vignette umoristiche, nonostante le difficoltà motorie. Il suo nome inizia a riscuotere successo e la sua vita si arricchisce sia economicamente che sentimentalmente. Tratto dall’autobiografia scritta dallo stesso John Callahan, “Don’t worry” è un film pieno di umanità, di amore per l’essere umano e di fede per la sua capacità di riuscire a rialzarsi, nonostante le molte difficoltà, e addirittura elevarsi a livello spirituale alla ricerca della felicità, che risiede in ognuno di noi. Attori di tutto rispetto, cast tecnico altrettanto efficace, una notevole sensibilità per questo film d’autore profondo, che merita di essere visto assolutamente perché in fondo parla della vita di ognuno di noi, della nostra umanità e delle tante “disabilità” che tutti ci portiamo dietro, più o meno visibili, e con cui ogni giorno ci confrontiamo nel tentativo di superarle e di conoscerci più in profondità per guadagnarci la nostra fetta di felicità.

Pietro Scagliarini.

Scheda tecnica:

Regia: Gus Van Sant

Cast: Joaquin Phoenix, Rooney Mara, Jonah Hill, Jack Black, Mark Webber, Udo Kier, Rebecca Rittenhouse, Beth Ditto, Kim Gordon, Carrie Brownstein, Emilio Rivera, Ronnie Adrian, Angelique Rivera, Rebecca Field

Data Uscita: 29 agosto 2018

Genere: Biografico, Drammatico

Paese: USA

Durata: 113 Min (1 h 53 min)

Distribuzione: Adler Entertainment

Sceneggiatura: Gus Van Sant

Fotografia: Christoper Blauvelt

Montaggio: Gus Vant Sant, David Marks

Musiche: Danny Elfman

Produzione: Anonymous Content, FilmNation Entertainment, Iconoclast

Trailer:

Voto: 10