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Cinema

Il Vizio della Speranza – Recensione

“La speranza è un vizio che nessuno riesce mai a togliersi completamente”

Trama:

“Il Vizio della Speranza” (2018) è il quarto lungometraggio di Edoardo De Angelis che firma la sua opera più essenziale e allo stesso tempo più complessa. Maria (interpretata da Pina Turco) è una giovane donna che vive sulle rive del Volturno lavorando per una criminale, ha una madre malata e un passato doloroso, un cane come suo unico compagno di vita. Inaspettatamente nella sua vita accade qualcosa che riaccenderà in lei la voglia di ribellione, di vita e di speranza.

 

Recensione:

L’ambientazione del “Vizio della speranza” è affidata alle rive del fiume Volturno ma potrebbe essere collocata ovunque perché parla di argomenti universali come la vittoria del bene sul male, in questo caso della potenza della vita sulla disperazione. Non a caso è stato vincitore al Tokyo Film Festival (Miglior regista a Edoardo De Angelis e miglior attrice protagonista a Pina Turco), proprio perché il suo significato profondo travalica ogni confine culturale.

Il film emoziona già dalla prima scena di apertura: una bambina fluttua sopra le acque del fiume e viene raccolta dalle reti di un pescatore (che vediamo sempre di spalle quasi in una dimensione onirica) tra le grida dei presenti. Quella bambina, vittima innocente di un trauma indelebile, è Maria, una giovane donna che vive (o sopravvive) tra le miserie e le macerie di un luogo dimenticato dove la speranza, appunto, sembra non avere spazio.

Maria si adatta a questo scenario vivendo alle dipendenze di una criminale traghettando sul Fiume, come Caronte, delle prostitute in procinto di partorire per poi vendere i loro bambini appena nati. Questa dimensione di accettazione passiva muta irrimediabilmente quando Maria scopre di essere a sua volta incinta. Ciò genera in lei l’idea di poter avere l’opportunità di ribellarsi alla sua condizione e poco importa se il medico affermerà che esiste la probabilità molto elevata che partorendo lei possa morire; è l’idea stessa della maternità che farà nascere in lei un sentimento di speranza e di vitalità fino a quel momento sopito e soffocato dalla realtà circostante.

Nel film ci sono spesso rimandi al sonno quasi come per suggerire allo spettatore che la narrazione si muove (come il sogno nella tradizione psicoanalitica) su due livelli: il piano del contenuto manifesto, ossia il racconto stesso, e il contenuto latente dove ogni elemento acquista un suo significato: il contrasto tra bene e male viene rappresentato da forze in antitesi come il caldo e il freddo, la neve e il fuoco, la nascita e la morte, il fiume e il mare. Troviamo l’inverno, il Natale, il presepe simboleggianti la natalità, il personaggio di Maria, il nome stesso che porta, e la sua maternità senza peccato (o almeno né mostrato né menzionato). Il serpente, che ci rimanda al primo atto di disobbedienza di Adamo ed Eva, per ricordarci, in una scena straziante, come la libertà sia anche dolore e smarrimento e proprio per questo la rassegnazione sembra un luogo più sicuro in cui rifugiarsi.

Maria, nonostante le minacce, è poi di fatto lasciata libera di decidere, forse per simboleggiare che l’unico, vero ostacolo alla libertà siamo noi stessi quando scegliamo di far vincere le nostre paure e i nostri traumi passati. Il film va quindi oltre il mero racconto realistico di quei luoghi e di quelle vite ma crea significati che ampliano lo sguardo dello spettatore rendendo drammaticamente intensa e palpabile una storia solo apparentemente essenziale e cruda.

 

-Voto: 8,5

Ludovica Nicolucci

 

Tre motivi per vederlo:

  • Per affacciarsi a realtà spesso dimenticate;
  • La visione fa scaturire molte riflessioni;
  • Le bellissime musiche di Enzo Avitabile.

 

Tre motivi per non vederlo:

  • Per la crudezza di alcune scene;
  • Se si è particolarmente sensibili agli argomenti trattati;
  • Se si ha voglia di un film leggero e semplice;

 

Consigliato a chi ama andare oltre cercando significati nascosti e più profondi per riflettere sulle tematiche esistenziali della natura umana.

 Trailer:

Scheda tecnica:

Regia: Edoardo De Angelis

Sceneggiatura: Edoardo De Angelis, Umberto Contarello

Produttore: Attilio De Razza, Pierpaolo Verga, Edoardo De Angelis

Produttore esecutivo Linda Vianello

Casa di produzione Tramp Ltd., O’ Groove in collaborazione con Medusa Film

Distribuzione (Italia) Medusa Film

Fotografia Ferran Paredes Rubio

Montaggio Chiara Griziotti

Musiche Enzo Avitabile

Scenografia Carmine Guarino

Durata 1h 36m

Cast: Pina Turco, Massimiliano Rossi, Marina Confalone, Cristina Donadio, Marcello Romolo