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Cinema

In viaggio con Adele – recensione

La trama banalotta del viaggio padre-figlia viene tenuta su da dialoghi magistrali e da attori di grosso calibro, che rendono il film umano e palpitante, fino a un finale scontato ma commovente.

 

Capitani si conferma promettente al cinema grazie a questa regia molto narrativa e “di racconto”: non a caso è anche autore RAI di programmi di storie, come “Sconosciuti” e “I dieci comandamenti”.

Una grande attestazione di stima verso il regista arriva già dalla presenza dei bravissimi Alessandro Haber – che fa tutto il film – e di Isabella Ferrari. In questa recensione ci si attende un plauso alla brava e giovane Sara Serraiocco, per il solo fatto di aver interpretato una maschera: una ragazza con disturbi psichici che indossa un costume da coniglio ed è pura, priva di freni inibitori, incapace di comprendere le emozioni e di gestirle, rifugiata in un mondo fantastico ma che lei, in realtà, sa bene non esistere.

Dicevamo che ci si attende un commento positivo alla sua recitazione e certamente questo va porto, lei è inequivocabilmente credibile e talentuosissima, ma per un vero giudizio attendiamo una ulteriore prova drammatica. Ancora sfugge qualcosa, in quanto in questo ruolo così speciale e pieno di tic, il confine fra macchietta e interpretazione è molto labile e le viene dato poco spazio di manovra per una reale immedesimazione.

Haber interpreta il se stesso di sempre, meno affannato del solito, va detto (forse invecchiando sta smussando qualche angolosità). In questo film è un attore in procinto di sostenere il provino della vita, con una agente-amante (la Ferrari che interpreta la Ferrari) che gli dirige la vita e controlla le ansie. Aldo, questo il nome del suo personaggio, pochi giorni prima di partire per la volta di Parigi scopre di avere una figlia di 30 anni in Puglia. Acconsentirà ad accompagnarla da una parente e, lungo la strada, padre e figlia troveranno ciò che stavano realmente cercando.

Nulla di nuovo, insomma, sotto l’aspetto del plot, che volutamente non nasce per sconvolgere con colpi di scena: non siamo davanti a un Blockbuster da mega schermo ma innanzi a un lavoro intimo che racconta i rapporti fra le persone e il passaggio dall’età adulta a quella matura. E ci stiamo riferendo ad Aldo – Haber: è lui che compie il passaggio, ma non tanto da una età all’altra, quanto da una consapevolezza all’altra.

Egli ha una vita adulta, ha una professione, ma non è indipendente davvero. È un uomo irrisolto che vive per se stesso e agisce come un adolescente che si chiude in cameretta, odia il mondo e si aggrappa alle vesti della madre – amante. Non a caso, Aldo necessita di un palcoscenico e il solo pensiero di non entrare in scena lo annulla e lo getta nello sconforto. Queste, che parrebbero normali velleità da attore, sono invece caratteristiche di immaturità di cui egli si spoglierà invece completamente nel momento in cui un essere vivente, il suo essere vivente, gli chiederà di prendersi cura di lui. Dopo un iniziale rifiuto, Aldo – questo il nome del personaggio – fiorirà finalmente e lo vedremo visibilmente diventare uomo.

I due mondi, quello del padre e quello della figlia speciale, si incontreranno nel finale commovente, dove scopriremo – grazie a un gatto – che la ragazza ha fatto dei passi enormi verso il reale mentre il padre ha finalmente aperto le ali quel poco che serviva per abbracciarla.

SCHEDA TECNICA

REGIA: ALESSANDRO CAPITANI
SOGGETTO: NICOLA GUAGLIANONE – ALESSANDRO HABER – TONINO ZANGARDI
SCENEGGIATURA: NICOLA GUAGLIANONE
FOTOGRAFIA: MASSIMILIANO KUVEILLER
FONICO: FABIO CONCA
MONTAGGIO: LUCIANA PANDOLFELLI
MUSICHE: ORIGINALI MICHELE BRAGA
SCENOGRAFIA: ANDREA CASTORINA
COSTUMI: CATIA DOTTORI
PRODOTTO DA: ISABELLA COCUZZA – ARTURO PAGLIA – DENIS FRIEDMAN
UNA PRODUZIONE: PACO CINEMATOGRAFICA; DENIS FRIEDMAN PRODUCTIONS in collaborazione con
VISION DISTRIBUTION
DISTRIBUZIONE: VISION DISTRIBUTION
DURATA 83’

TRAILER

VOTO: 7