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Cinema

Peterloo – recensione

Peterloo è un film di genere storico, del 2018,  diretto da Mike Leigh, prodotto da Georgina Lowe per Thin Man Film con Rory Kinnear, Maxine Peake, Neil Bell, Philip Jackson, Vincent franklin, Karl Johnson, Tim McInnerny.

Il film ha una durata di 154 minuti, e l’uscita Italiana è programmata per l’inverno 2019, distribuzione
italiana Academy two.

Dopo esattamente venti anni di Guerra in Europa, la Francia di Napoleone Bonaparte è sconfitta nella battaglia di Waterloo.

Contemporaneamente a questo evento, proprio sul campo di battaglia di Waterloo, un giovane soldato di
nome Joseph rimane in mezzo alle esplosioni. Molti soldati tornano a casa, anche Joseph torna a Manchester dalla sua famiglia, composta da operai.

Il vincitore del conflitto è Wellington, ricompensato dal Parlamento dignitosamente, vincitore di Waterloo.

La crisi del dopoguerra si sente fortemente. Il regista mediante il terreno fertile semina la sensibilità e la rabbia di questo popolo: dalla disoccupazione ai cattivi raccolti, fino alla restrizione sull’importazione dei cereali, tra l’altro questi non godono del diritto al voto e assemblee popolari pro-democrazia tenute da radicali e agitatori.

Accade che i giudici di Manchester infliggono punizioni severe al popolo, le spie governative lasciano del tutto e il Ministero degli Interni a Londra intercetta la posta. Catastrofica sarà la seguente situazione: il Parlamento decide di sospendere completamente tutti i diritti dei cittadini, dal momento in cui il Principe Reggente viene attaccato in pubblico. Nel frattempo i due radicali del Labcashire, Bamford e Healey, mentre fanno ritorno dalla capitale ,parlando molto bene di un certo “Henry Hunt” (famoso oratore) suggerendo di invitarlo a parlare nel corso di una grande manifestazione che si sta organizzando a st. Peters’ Field.

Ciò si concretizza e ad aggiungersi sono pure le donne riformiste. Hunt arriva a Manchester, un giorno prima dell’assemblea. Viene informato che l’assemblea è stata ritardata di una settimana. Hunt non può permettersi di passare una notte in hotel, perché sarebbe raggiunto subito dalle spie, infatti trova sistemazione a casa di Johnson e sua moglie. Nel frattempo le unità locali di cavalleria preparano le armi, e leader radicali vengono incarcerati.

In un primo momento hunt è speranzoso di utilizzare soltanto mezzi pacifici, cosi mette da parte, Bamford, che vorrebbe armare alcuni dei dimostranti, facendo una premessa ai giudici ostili che non dará loro modo di arrestarlo.

Ma loro, dall’ altra parte, hanno scoperto che il General Byng prevede di essere assente il giorno della manifestazione e che a riscoprire le sue vestì sarà un altro delegato.

Tra le migliaia di persone a marciare è presente Joseph e la sua famiglia.

Alla fine i giudici, dopo varie liti, inviano la cavalleria e l’esercito armato.

E qui che il regista dopo averci dato il terreno per afferrare questa parte iniziale arriva a quello che l’ultimo tassello di questa causa: il massacro.

Tra i tanti feriti, che il regista non specifica, in quanto i dati storici parlano da sé, viene ucciso pure Joseph.

Invece dall’altra parte vi è Byng a godersi la corsa di cavalli.

Il nome che attribuiscono i giornalisti di fronte questo evento è “il massacro di Peterloo”.

Il principe reggente si complimenta con i giudici e la famiglia seppellisce Joseph.

Il Regista afferma di non aver ritratto Enry Hund come un eroe, ma è un ritratto ricavato dai testi esistenti, un uomo impegnato molto socialmente, brillante oratore, egocentrico innamorato di se stesso, ha abbracciato il radicale.

Una sceneggiatura forte, impregnata di dialoghi forti e che godono di un certo lessico.
Nel film vediamo un modo schietto e tagliante di esprimere le idee.
Ma vediamo anche la complessità del linguaggio, la qualità, che oggi ( nel nostro secolo) sta cambiando.
Cosi come due aforismi che spostano lo sguardo a riflettere sulle idee di cui ogni uomo si nutre e in cui crede e porta avanti. Una di queste frasi: “è facile perdonare a un bambino la paura del buio, ma non a un uomo la paura della luce”.
Questo aforismo/affermazione viene Recitata per incitare all’inchiesta. Oppure “dalle piccole ghiande, crescono le Grandi querce” .
Questo film il è una sorta di sociologia, psicologia, di dottrine politiche che dà modo di pensare nutrire un
determinata corrente politica.
L’obiettivo che il regista tiene presente sin dalla scrittura della sceneggiatura non è arrivare a mettere
in scena o raccontare subìto il massacro, ma mettere terreno fertile alla base emotiva, e accompagnare
lo spettatore (come fosse estraneo ai fatti) fino a quel tragico evento. Quindi coinvolge con la massima
precisione dei dettagli anche delle masse l’attenzione dello spettatore. Questo film non si conclude con
uno slogan o dando dati storici precisi, in base alle persone incarcerate, o le date del suffragio universale.
Si poteva fare un film sul giorno stesso del massacro, ma se si vuole far comprendere allo spettatore tutti i
temi in atto, che hanno portato a quell’evento, questo era l’unico modo intelligente per poter portare la
comprensione al lettore. L’impatto dei discorsi, dei dialoghi, di ogni singola mossa portata avanti dagli attori è reduce di un lungo lavoro svolto dal regista.

La sceneggiatura nasce da una sperimentazione di battute sul campo fra gli attori, dopo che si impugna al massimo l’argomento e ci si immedesima. Dopo di torna a scriverle e perfezionarle. Per fare un lavoro di questo genere il regista Mike Leigh si circonda di attori intelligenti.

Il film è definibile come “una fucina di idee politiche e cinematografiche” anche perché da spazio al sistema politico, assistiamo alla nascita del ragionamento politico democratico.

Facendo riferimento a questo nuovo momento che stiamo vivendo, si è passati da una politica di ragionamenti a una politica intuitiva.

Cosi afferma il nostro regista.

SCHEDA TECNICA

GENERE: Drammatico
NAZIONE: Gran Bretagna 2018
DURATA: 2h 34m
REGISTA: Mike Leigh
ATTORI: Rory Kinnear, Maxine Peake, Pearce Quigley, David Moorst, Rachel Finnegan

TRAILER

VOTO: 6