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Cinema

Un’altra vita – MUG – recensione

Un’altra vita è un film lastricato di premi, che parla di un mondo culturalmente lontanissimo dal nostro, che parla della perdita di identità e dell’autoaffermazione, così rock da essere destinato a diventare un cult.

brutto muso - un'altra vita

Il titolo originale è bello, molto più bello di quello “spiegato” e rivolto al pubblico italiano: “Brutto muso “, che in polacco è un’unica parola: “Twarz “.

Lo chiameremo così, qui, perchè racchiude davvero il significato di questo lavoro della giovane ma già vincente regista Malgorzata Szumowska, che indaga con fare disincantato sulla vita di un ragazzo dopo un trapianto di faccia a seguito di un incidente sul lavoro.

La trama è colma di spunti, che vanno visti uno a uno per avere poi una visione della reale portata del film. Jacek, il giovane uomo protagonista, veste solo con tshirt di gruppi metal. È bello e umile, ha un look anni ’90. Sembra che la Polonia sia ferma lì: ma la Polonia popolare. Dopo le scene dell’incidente, infatti, la camera corre in corridoi di ospedali all’avanguardia, dove sperimentiamo un contrasto stridente fra l’arretratezza delle strade e dei bar fumosi nei paesini e la tecnologia futuristica percepita. Quella che consente, nella città appena accanto al villaggio di Jacek, di realizzare con successo un trapianto unico al mondo.

Il primo sguardo va quindi a questo aspetto: l’osservazione del sociale, tema che la Szumowska sappiamo già avere come caposaldo.

Il secondo focus è sulla religione o, per meglio dire, sulla religiosità. L’incidente al centro del film avviene sul lavoro. Il protagonista è uno degli scultori impegnati nella costruzione di una grande statua di Cristo, copia di quella di Rio, destinata a vegliare sulla cittadina. Un’opera ciclopica, centrale nella narrazione. Lui ci cade dentro. Cade dentro il corpo di Cristo cavo con un volo morbido, all’indietro, senza nemmeno rendersene conto. Non sappiamo che cosa accada al corpo, sappiamo solo che cosa accade al suo volto. Sfigurato, perduto.

L’edificio della chiesa e la messa sono anche essi centrali: nei momenti salienti del film, le vicende sostano in chiesa. In un piccolo villaggio cattolico polacco, come anche in un paesino italiano, la chiesa è luogo del tutto: è lì che le persone si confrontano, si incontrano, fanno il punto. È la chiesa il posto in cui Jacek fa i conti con la durezza della vita, quando la comunità, la stessa che all’inizio lo aveva sostenuto economicamente nel percorso di riabilitazione, lo abbandona, una volta appreso che egli aveva trovato la serenità interiore con una certa semplicità.

Il terzo focus è sul concetto filosofico di identità. Jacek  cambia volto e sua madre lo rifiuta. La sua futura sposa, giovane irrequieta e disinibita, lo tiene a distanza. Solo sua sorella (alter ego femminile, originata dallo stesso ventre, metà dello stesso spirito) gli sta accanto con fermezza. Ci ricorda le stecche utilizzate per i virgulti: lui rinasce, lei lo tiene su. Ma lui non ne ha tutto questo bisogno: gli impiantano un volto nuovo, è brutto, non è un mostro. Ha solo cambiato fisionomia. Jacek, questo, non lo sa. Non sa che per gli altri è anche un’altra persona, perchè lui si sente sempre se stesso. Per lui non cambia nulla, se non di ottenere un po’ di popolarità mediatica, qualche ingaggio come testimonial in mediocri spot girati all’impronta, un minimo di compassione. Ma affronta lo strano comportamento dei propri cari con stupore: non comprende perché la propria donna non lo voglia più. Non comprende perchè la madre rifiuti di abbracciarlo. Loro non lo riconoscono. Ma lui non capisce il motivo: per lui non è accaduto nulla.

Il messaggio fortissimo del film arriva proprio da questo. Jacek è anima. Il film parla di anima e di tutto ciò che è dentro al contenitore e lo fa con una trama interessante e avvincente, dove non c’è spazio per la compassione. Lo stupore e l’entusiasmo con cui lui affronta la vita, la vita “dopo”, raccontano quello che siamo. Fino all’epilogo finale, che è rock come Jacek.

 

TRAILER

SCHEDA TECNICA

Regia Malgorzata Szumowska

Cast: Mateusz Kosciukiewicz, Agnieszka Podsiadlik, Malgorzata Gorol, Anna Tomaszewska

Durata: 91 min.

Paese: Polonia 

Anno: 2018

Distribuzione: Bim Distribuzione, Movies Inspired

VOTO: 7,5